Bereguardo - È caduto in Ticino per farsi un selfie

BEREGUARDO

parla il bagnino che il giorno di Ferragosto ha rianimato il giovane ivoriano strappato al fiume: «Acque gelide e insidiose, rispettate i divieti»

«Ha rischiato di morire per farsi un selfie sul ponte di barche. Sporgendosi col cellulare in mano è scivolato nell’acqua alta e fredda, probabilmente ha avuto una congestione ed è finito sotto». A salvare la vita al 17enne ivoriano, il giorno di Ferragosto, è stato Mattia Bruno, 18 anni, bagnino al centro Ondasplash di Bereguardo. Dopo che un altro passante ha ripescato dal Ticino il ragazzo, vedendolo cadere e inabissarsi, Mattia ha praticato massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca finché non ha ricominciato a respirare. E' tuttora ricoverato in gravi condizioni al San Matteo

Il 17enne, che vive nel Lodigiano, era arrivato con la madre e due fratelli per passare la giornata festiva sulla spiaggia del ponte. È caduto in acqua sotto gli occhi della mamma con cui voleva fare l’autoscatto. «L’ennesima vita che ha rischiato di essere cancellata dal fiume – dice Mattia – l’approccio con l’acqua che sia di fiume, mare o piscina deve avvenire sempre in modo responsabile». Nell’ultimo anno, cinque persone sono morte annegate in Ticino nel Pavese. Spiega il bagnino: «In primo luogo, bisogna rispettare prescrizioni e divieti indicati dalla segnaletica. Non si può salire sulle barche del ponte di Bereguardo, ad esempio». Si deve entrare nel fiume dove se la balneazione è consentita, «e restare vicino alla riva dove si tocca. Perché il fondale del Ticino è irregolare e insidioso, soprattutto vicino ai piloni dei ponti o a tronchi rimasti in acqua dove si creano forti mulinelli».

E ancora: «L’acqua dei fiumi è fredda. Non ci si deve immergere subito dopo aver mangiato. O comunque, aspettare che termini la digestione soprattutto se il pasto è stato abbondante». Bagni sconsigliati anche se fa molto caldo «per evitare sbalzi termici che causano malori e crampi».

Se ci si sente male in acqua o si finisce in un gorgo «si deve cercare di mantenere la calma, non nuotare contro corrente ma farsi trasportare stando distesi, finché non si riesce a trovare un appiglio per risalire riva o aspettare i soccorsi». E se si assiste a una situazione di pericolo? «Se non si è in grado di valutare la situazione meglio chiamare i soccorsi, forze dell’ordine, 118 e vigili del fuoco, per non mettere a rischio anche la propria vita senza riuscire a salvare chi sta annegando».

La mattina di Ferragosto Mattia Bruno, che vive a Stradella, è passato vicino al ponte di barche in auto per andare al lavoro. «Ho visto un capannello di persone intorno al ragazzo appena tirato fuori dal Ticino – dice – mi sono immediatamente fermato a dare una mano». Il 17enne era caduto in Ticino dal lato a valle del ponte, sotto gli occhi della mamma e dei fratelli. «Ho il patentino di assistente bagnante e ho frequentato il corso Bls (Basic life support), per cui ho continuato le manovre rianimatorie, in attesa dei soccorritori del 118 subito avvertiti». Il 17enne, dice il bagnino, è rimasto sott’acqua per due minuti e il suo cuore ha ricominciato a battere dopo circa tre minuti». Conclude Mattia: «Faccio il bagnino per passione e professione. Ma le lezioni di primo soccorso dovrebbero essere obbligatorie in ogni scuola superiore

Migliora il 17enne salvato ma rimane in Rianimazione (da La Provincia Pavese del 20/8/17)

diAnna Mangiarotti