I ricci di mare secondo quanto ci tramandano i “vecchi lupi di mare” si trovano solamente dove l’acqua è pulita, magra la consolazione per coloro che ci metteono il piede sopra .

Generalmente i ricci di mare si trovano sugli scogli. Qui è buona norma andare con scarpe protettive (il piede risulta il più colpito). Gli aculei del riccio sono particolarmente fragili e di conseguenza si spezzano non appena penetrano rendendo la loro rimozione difficoltosa.

Cosa fare? Se possibile evitare di camminare sul piede colpito. Procedere al più presto alla detersione della parte colpita (anche con acqua di mare!) e all’estrazione dell’aculeo mediante pinzetta. Se dovessero rimanere parti di aculei si consiglia di lavare e fare ripetuti impacchi di aceto la cui acidità è sufficiente a scioglierle. La rimozione dell’aculeo è importante per evitare che la sua permanenza possa provocare sovrainfezioni batteriche, infiammazioni, reazioni a corpo estraneo, granulomi. Per rimozione dei frammenti più difficili è consigliabile l’intervento medico.

In mare è possibile imbattersi in pesci velenosi (razze e tracine, per i nostri mari) Questi sono animali che si mimetizzano con la sabbia o i fondali sabbiosi per cui è molto difficile localizzarli. Se sono calpestati, feriscono il malcapitato con un aculeo tramite il quale iniettano il veleno. Caratteristica comune è l’acutissimo dolore che che progredisce rapidamente per culminare dopo un’ora circa. Al dolore si pososno associare nausea, vomito, cefalea nei casi più gravi.

Cosa fare? Pulire e rimuovere la spina, se presente, e procedere con l’immersione dell’arto colpito in acqua calda. Infatti le tossine del veleno dei pesci sono termolabili ed il calore le inattiva pertanto il dolore dovrebbe passare nel giro di 30 – 90 minuti. Disinfettare e consigliare all’infortunato un consulto medico.

 

I contatti con le meduse. Queste sono di colore e forma diversa Il contatto con un corpo estraneo attiva una reazione di divesa da parte delel meduse che si caratterizza con il rilascio da parte di alcune cellule di veschichette dette nematocisti contenenenti la sostantza urticante. Questa al contatto con la pelle delle persone provoca reazione di tipo allergico. La sintomatologia differisce dalla quantità e dalla potenza del contenuto delle nematocisti. (esistono delle meduse anche mortali) e si caratterizza con arrossamento, comparsa di bolle, prurito della parte colpita. Raramente si assistono a quadri clinici di shock specie in soggetti che sono già entrati in contatto con lo stesso tipo di medisa ed hanno riscontrato particolare sensibilità.

Cosa fare?. Il soccorritore deve indossare guanti per evitare di urticarsi a sua volta, si procede alla rimozione di evenutali tentacoli rimasti attaccati e quindi al lavaggio. Particolarmente utile l’aceto, che è in grado di inattivare le tosisne. Per eventuali somministrazione di medicinali consigliare al soggetto un consulto medico. Nei casi più gravi allertare subito il servizio di emergenza 1 1 8