Stage Aggiornamento

La Sezione di Savona e Finale L. della Società Nazionale di Salvamento, ritiene che .."tenersi allenati"... sia una della modalità  più idonee  per poter espletare al meglio la professione

nel campo del salvataggio.

Per i nostri soci  le attività di mantenimento sono gratuite .

L'aggiornamento continuo, inolte, rafforza la professionalità dell'operatore consentendogi di manterere alti i propri "skill" ovvero le proprie abilità e anche sperimetare e mettere in pratica ulteriori e più moderni sistemi in un settore in continua evoluzione

E' molto importante frequentare i nostri stage di aggiornamento e perfezionamento  in vista dell'inizio dell'attività lavorativa sia per l'alto livello e la qualità della formazione, sia per un positvo e motivante approccio al mondo del salvataggio

Per partecipare e per informazioni chiama il n. 335.10.00.950  -  manda una mail a segreteria@salvamento.sv.it - o vieni in Sezione in Via Lungomare Matteotti 1 a Savona

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Perchè tenersi aggiornati

 

estratto dall'articolo di stefano mazzei (www.bagnini.org)

 

da un'indagine fatta a bagnini in attività è emerso che:

Il 10% non conosce l’orario di balneazione: (dalle ore 9 alle 19), alcuni lo scambiano per il proprio orario di lavoro.

Quasi il 20% non conosce la zona riservata alla balneazione (normalmente si estende a largo per 200 metri dalla battigia).

Il 40% non ricorda il numero blu d’emergenza della Guardia Costiera (il 1530).

Il 32% non conosce l’esatto significato della bandiera rossa (pericolo per la balneazione), tutte le risposte errate sono state “divieto di balneazione”, peccato che l’Italia è l’unico Paese europeo che ancora permette la balneazione quando esiste un giustificato pericolo per praticarla, tanto c’è (quasi) sempre il bagnino che rischia la vita per salvare il solito “avventuriero” di turno.

Il 71% non è in grado di riconosce una zona di mare dove si sono formate delle buche, (a causa della maggiore profondità, a mare calmo il colore dell’acqua risulta più scuro, mentre con mare agitato le onde che attraversando la buca non frangono), per questo attraggono i bagnanti che annegano perché non toccano più, e sfiancano i nuotatori per la corrente sempre presente che li spinge a largo, fino alla perdita completa delle forze per mantenersi a galla.

Oltre l’80% non concentra la propria attenzione sui soggetti più a rischio in acqua (i non nuotatori), persone che utilizzano galleggianti, che rimangono vicini a riva perché hanno paura dei fondali profondi, nuotatori goffi che nonostante si prodigano in cento bracciate, rimangono sempre piantati nello stesso punto, oppure che avanzano nell’acqua tenendo la testa molto sopra la superficie. In questo caso la risposta è stata sempre: “i bambini, gli anziani e i diversamente abili”. Errore comune di chi ragione con la mentalità “terrestre” invece che “acquatica”. In acqua un diversamente abile, un’esile bambino, o un anziano, potrebbe essere molto più acquatico, di un giovane palestrato che non è capace a nuotare e rischia di affogare dove l’acqua è profonda solo pochi centimetri sopra l’altezza delle sue vie respiratorie.

Il 38% non è capace ad eseguire una gassa d’amante, (nodo per eccellenza di arresto, utilizzato frequentemente per l’ormeggio).

Oltre l’80% non ha la minima idea di cosa sia un’isobara (linea che unisce i punti di uguale pressione, utilizzata sulla mappe meteo).

Il 31% non conosce la rosa dei venti. La domanda chiedeva quale vento spira da sud-ovest.